
Collana: OL - Odoya Library
Numero di collana: 118
Isbn: 978-88-6288-188-3
Pagine: 304
Formato: copertina flessibile con alette
Misure: 15.5 x 21
cm
Data di pubblicazione: 2013
Autore:
Henrik Svensen
Traduzione:
Eleonora Petrarca

Storia delle montagne
La vertigine dell’altitudine
Henrik Svensen
Storia delle montagne
La vertigine dell’altitudine
Henrik Svensen
sconto
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18,00€
Come nascono le montagne? E cosa hanno significato per l’uomo nel corso della storia? Un racconto erudito, accessibile e piacevolissimo su tutto ciò che si sa o si vorrebbe sapere su un elemento naturale che ha esercitato profondo fascino sull’uomo fin dalla notte dei tempi. Moltissime sono le culture in cui la montagna simboleggia l’elevazione. E in diverse religioni – panteismo greco, buddhismo, induismo – la vetta è considerata sacra in quanto dimora degli dèi e punto di contatto cosmico tra cielo e terra.
Quando, nel 1336, compì l’ascesa al monte Ventoso, Francesco Petrarca scrisse un racconto allegorico che spostò l’attenzione su una natura demonizzata da secoli, facendosi catalizzatore del passaggio da Medioevo a Rinascimento, nonché primo pioniere dell’alpinismo. Se a presentare la prima teoria sulla formazione delle Ande concepita in seguito all’esperienza di un terremoto in Cile fu un giovanissimo Charles Darwin, bisognerà aspettare gli anni Settanta del Novecento perché le conoscenze naturali sulla formazione delle montagne subiscano una vera e propria rivoluzione con l’affermazione scientifica della tettonica a zolle.
In Occidente il prestigio delle montagne sale insieme all’esaltazione romantica per il selvaggio e il sublime. Artisti e scrittori si rivolgono verso le Alpi in cerca di ispirazione e svago nello stesso momento in cui l’alpinismo come sport subisce una svolta epocale grazie alla scalata del monte Bianco nel 1786. Con la morte di Leslie Stephen nel 1904, incarnazione del "montanaro-filosofo", termina l’era dei pionieri e l’alpinismo viene a disgregare a colpi di sfide e conquiste l’aura d’inaccessibilità che aveva sempre avvolto la montagna.
Quando, nel 1336, compì l’ascesa al monte Ventoso, Francesco Petrarca scrisse un racconto allegorico che spostò l’attenzione su una natura demonizzata da secoli, facendosi catalizzatore del passaggio da Medioevo a Rinascimento, nonché primo pioniere dell’alpinismo. Se a presentare la prima teoria sulla formazione delle Ande concepita in seguito all’esperienza di un terremoto in Cile fu un giovanissimo Charles Darwin, bisognerà aspettare gli anni Settanta del Novecento perché le conoscenze naturali sulla formazione delle montagne subiscano una vera e propria rivoluzione con l’affermazione scientifica della tettonica a zolle.
In Occidente il prestigio delle montagne sale insieme all’esaltazione romantica per il selvaggio e il sublime. Artisti e scrittori si rivolgono verso le Alpi in cerca di ispirazione e svago nello stesso momento in cui l’alpinismo come sport subisce una svolta epocale grazie alla scalata del monte Bianco nel 1786. Con la morte di Leslie Stephen nel 1904, incarnazione del "montanaro-filosofo", termina l’era dei pionieri e l’alpinismo viene a disgregare a colpi di sfide e conquiste l’aura d’inaccessibilità che aveva sempre avvolto la montagna.
"Le montagne sono il principio e la fine di ogni scenario naturale."
– John Ruskin –
"Le alte montagne sono per me un sentimento."
– Reinhold Messner –
– John Ruskin –
"Le alte montagne sono per me un sentimento."
– Reinhold Messner –
"Castelli in rovina aggrappati ai precipizi di montagne coperte di abeti
formavano uno scenario di singolare bellezza, accresciuta e resa sublime
dalle Alpi possenti, le cui vette bianche e scintillanti torreggiavano sopra ogni cosa,
come se appartenessero a un’altra terra, abitazioni di un’altra razza di esseri."
– Mary Shelley –
formavano uno scenario di singolare bellezza, accresciuta e resa sublime
dalle Alpi possenti, le cui vette bianche e scintillanti torreggiavano sopra ogni cosa,
come se appartenessero a un’altra terra, abitazioni di un’altra razza di esseri."
– Mary Shelley –
Henrik Svensen
Henrik Svensen è Senior Researcher al Physics of Geological Processes Centre dell’Università di Oslo. I suoi studi ruotano principalmente attorno ai processi metamorfici e vulcanici. Per Odoya è uscito anche il suo Storia dei disastri naturali (2010).
Nessun sommario presente.
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Come nascono le montagne? E cosa hanno significato per l’uomo nel corso della storia? Un racconto erudito, accessibile e piacevolissimo su tutto ciò che si sa o si vorrebbe sapere su un elemento naturale che ha esercitato profondo fascino sull’uomo fin dalla notte dei tempi. Moltissime sono le culture in cui la montagna simboleggia l’elevazione. E in diverse religioni – panteismo greco, buddhismo, induismo – la vetta è considerata sacra in quanto dimora degli dèi e punto di contatto cosmico tra cielo e terra.
Quando, nel 1336, compì l’ascesa al monte Ventoso, Francesco Petrarca scrisse un racconto allegorico che spostò l’attenzione su una natura demonizzata da secoli, facendosi catalizzatore del passaggio da Medioevo a Rinascimento, nonché primo pioniere dell’alpinismo. Se a presentare la prima teoria sulla formazione delle Ande concepita in seguito all’esperienza di un terremoto in Cile fu un giovanissimo Charles Darwin, bisognerà aspettare gli anni Settanta del Novecento perché le conoscenze naturali sulla formazione delle montagne subiscano una vera e propria rivoluzione con l’affermazione scientifica della tettonica a zolle.
In Occidente il prestigio delle montagne sale insieme all’esaltazione romantica per il selvaggio e il sublime. Artisti e scrittori si rivolgono verso le Alpi in cerca di ispirazione e svago nello stesso momento in cui l’alpinismo come sport subisce una svolta epocale grazie alla scalata del monte Bianco nel 1786. Con la morte di Leslie Stephen nel 1904, incarnazione del "montanaro-filosofo", termina l’era dei pionieri e l’alpinismo viene a disgregare a colpi di sfide e conquiste l’aura d’inaccessibilità che aveva sempre avvolto la montagna.
Quando, nel 1336, compì l’ascesa al monte Ventoso, Francesco Petrarca scrisse un racconto allegorico che spostò l’attenzione su una natura demonizzata da secoli, facendosi catalizzatore del passaggio da Medioevo a Rinascimento, nonché primo pioniere dell’alpinismo. Se a presentare la prima teoria sulla formazione delle Ande concepita in seguito all’esperienza di un terremoto in Cile fu un giovanissimo Charles Darwin, bisognerà aspettare gli anni Settanta del Novecento perché le conoscenze naturali sulla formazione delle montagne subiscano una vera e propria rivoluzione con l’affermazione scientifica della tettonica a zolle.
In Occidente il prestigio delle montagne sale insieme all’esaltazione romantica per il selvaggio e il sublime. Artisti e scrittori si rivolgono verso le Alpi in cerca di ispirazione e svago nello stesso momento in cui l’alpinismo come sport subisce una svolta epocale grazie alla scalata del monte Bianco nel 1786. Con la morte di Leslie Stephen nel 1904, incarnazione del "montanaro-filosofo", termina l’era dei pionieri e l’alpinismo viene a disgregare a colpi di sfide e conquiste l’aura d’inaccessibilità che aveva sempre avvolto la montagna.
"Le montagne sono il principio e la fine di ogni scenario naturale."
– John Ruskin –
"Le alte montagne sono per me un sentimento."
– Reinhold Messner –
– John Ruskin –
"Le alte montagne sono per me un sentimento."
– Reinhold Messner –
"Castelli in rovina aggrappati ai precipizi di montagne coperte di abeti
formavano uno scenario di singolare bellezza, accresciuta e resa sublime
dalle Alpi possenti, le cui vette bianche e scintillanti torreggiavano sopra ogni cosa,
come se appartenessero a un’altra terra, abitazioni di un’altra razza di esseri."
– Mary Shelley –
formavano uno scenario di singolare bellezza, accresciuta e resa sublime
dalle Alpi possenti, le cui vette bianche e scintillanti torreggiavano sopra ogni cosa,
come se appartenessero a un’altra terra, abitazioni di un’altra razza di esseri."
– Mary Shelley –
Collana: OL - Odoya Library
Numero di collana: 118
Isbn: 978-88-6288-188-3
Pagine: 304
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cm
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Henrik Svensen è Senior Researcher al Physics of Geological Processes Centre dell’Università di Oslo. I suoi studi ruotano principalmente attorno ai processi metamorfici e vulcanici. Per Odoya è uscito anche il suo Storia dei disastri naturali (2010).
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