Storia del movimento operaio negli Stati Uniti
1861-1955
Richard Boyer, Herbert Morais
Storia del movimento operaio negli Stati Uniti
1861-1955
Richard Boyer, Herbert Morais
Un flusso di singole storie, a volte strazianti e dolorose, di lavoratori che lottano per il riconoscimento dei loro diritti.
Questo libro fondamentale e di culto (in Usa vanta 3 edizioni e 27 ristampe) rappresenta il tentativo di dimostrare che nel movimento operaio americano – dalla milizia antischiavista delle origini alla crociata per le otto ore e alla lotta per il sindacalismo d’industria; da Parsons a Debs a Lewis – corre un’ininterrotta vocazione unitaria e classista più volte sconfitta, spietatamente repressa o tradita.
Dominata da questa lucida consapevolezza delle potenzialità egemoniche del mondo del lavoro negli Stati Uniti, questa ricostruzione rifiuta la limitazione a "storia sindacale": la storia della società, e soprattutto quella esemplare dello sviluppo monopolistico e imperialistico del capitalismo nordamericano, trovano qui il posto che spetta loro, accanto alle analisi dei movimenti popolari, delle organizzazioni e delle tecniche sindacali.
In queste pagine l’irresistibile eloquenza dei fatti parla più chiaro della stessa ideologia rooseveltiana che la sottende; e proprio per questo esse riescono a trasmettere un’immagine largamente inedita e più articolata del movimento operaio, della società, del destino americano..
sulle radici del movimento operaio americano dai suoi inizi fino alla metà del 1950,
facendo rivivere le grandi figure e le conquiste della lotta
della classe operaia ignorate dalla storia mainstream."
- Phil Myers -
La Storia del movimento operaio negli Stati Uniti di Boyer e Morais
racconta il dramma e il vissuto dai lavoratori negli Stati Uniti,
come essi abbiamo modificato le proprie sorti, ma soprattutto quelle dei loro discendenti.
In questo lavoro eccezionale è vividamente documentata la storia emozionante
e trascurata della classe operaia e delle sue lotte per il miglioramento
delle condizioni di lavoro e per il raggiungimento di un salario minimo di sussistenza."
- Drew Hunkins -
Storia del movimento operaio negli Stati Uniti è molto più
di un libro sulla storia del movimento operaio.
È un libro sulle vicende e gli avvenimenti ignorati
dalle istituzioni e dall’istruzione pubblica.
Quest’opera racconta infatti dal basso, dal punto di vista dei lavoratori,
le loro lotte per il riconoscimento dei propri diritti e dignità.
Il testo è scritto in modo così vivido da poter esser letto
come un romanzo piuttosto che come un’opera accademica.
- Robin Brownfield -
Richard Boyer
Richard Boyer (1903-1973), giornalista freelance e scrittore newyorchese, è stato il maggior biografo dell’attivista John Brown, simbolo della causa antischiavista statunitense. Negli anni più cruciali per la storia politica e sindacale nordamericana ha collaborato con il New Yorker e il Daily Worker.
Herbert Morais
Herbert Morais (1905-1970), storico americano specializzato nell’analisi del sindacalismo e delle lotte per l’uguaglianza razziale e la democrazia, è autore di numerose pubblicazioni, tra cui: Deism in Eighteenth Century America (1934), Gene Debs: The Story of a Fighting American (1934), The Struggle for American Freedom (1944), The History of the Afro-American in Medicine (1970).
Mario Maffi
ha insegnato Cultura Anglo-Americana presso l’Università degli Studi di Milano, rivolgendo il proprio studio alle componenti economiche, sociali, politiche e culturali americane nel periodo fra la guerra civile e la Prima guerra mondiale e a problematiche quali la chiusura della Frontiera, la nascita delle metropoli, la trasformazione della cultura popolare in cultura di massa, gli sviluppi delle culture urbane e immigrate, l’affermarsi del modernismo in letteratura, pittura, architettura, fotografia, cinema, e l’interazione di tutti questi elementi nel processo di formazione di un’identità nazionale.Tra le sue numerosissime pubblicazioni: Mississippi. Il grande fiume: un viaggio alle fonti dell’America (Il Saggiatore 2009); Tamigi, storie di fiume (Il Saggiatore 2008); New York, l’isola delle colline (Feltrinelli 2003).
Ha tradotto e curato molte edizioni di scrittori quali Jack London, Upton Sinclair, Robert Louis Stevenson ed Eric Bogosian. Ultimo suo grande successo l’enciclopedia Americana. Storie e culture degli Stati Uniti dalla A alla Z (Il Saggiatore 2012, coautori Cinzia Scarpino, Cinzia Schiavini, Sostene Massimo Zangari).
Per Odoya sono usciti La cultura underground (2009), New York (2010), Londra (2011) e La giungla e il grattacielo (2013).
Valerio Evangelisti
(1952-2022) è stato uno dei più noti scrittori italiani contemporanei di fantascienza e horror, e ha saputo ibridare e rinnovare generi narrativi diversi. È conosciuto soprattutto per il ciclo di romanzi dell’inquisitore Nicolas Eymerich, divenuti bestseller e tradotti in tutto il mondo. Ha scritto anche saggi e romanzi storici. Ha vinto numerosi premi, tra i quali ricordiamo il Premio Urania, il Prix Italia, il Grand Prix de l’Imaginaire e il Premio Italia di fantascienza.Per Odoya ha inoltre pubblicato Storia del Partito Socialista Rivoluzionario (2013) e Il gallo rosso (2015).
Un flusso di singole storie, a volte strazianti e dolorose, di lavoratori che lottano per il riconoscimento dei loro diritti.
Questo libro fondamentale e di culto (in Usa vanta 3 edizioni e 27 ristampe) rappresenta il tentativo di dimostrare che nel movimento operaio americano – dalla milizia antischiavista delle origini alla crociata per le otto ore e alla lotta per il sindacalismo d’industria; da Parsons a Debs a Lewis – corre un’ininterrotta vocazione unitaria e classista più volte sconfitta, spietatamente repressa o tradita.
Dominata da questa lucida consapevolezza delle potenzialità egemoniche del mondo del lavoro negli Stati Uniti, questa ricostruzione rifiuta la limitazione a "storia sindacale": la storia della società, e soprattutto quella esemplare dello sviluppo monopolistico e imperialistico del capitalismo nordamericano, trovano qui il posto che spetta loro, accanto alle analisi dei movimenti popolari, delle organizzazioni e delle tecniche sindacali.
In queste pagine l’irresistibile eloquenza dei fatti parla più chiaro della stessa ideologia rooseveltiana che la sottende; e proprio per questo esse riescono a trasmettere un’immagine largamente inedita e più articolata del movimento operaio, della società, del destino americano..
sulle radici del movimento operaio americano dai suoi inizi fino alla metà del 1950,
facendo rivivere le grandi figure e le conquiste della lotta
della classe operaia ignorate dalla storia mainstream."
- Phil Myers -
La Storia del movimento operaio negli Stati Uniti di Boyer e Morais
racconta il dramma e il vissuto dai lavoratori negli Stati Uniti,
come essi abbiamo modificato le proprie sorti, ma soprattutto quelle dei loro discendenti.
In questo lavoro eccezionale è vividamente documentata la storia emozionante
e trascurata della classe operaia e delle sue lotte per il miglioramento
delle condizioni di lavoro e per il raggiungimento di un salario minimo di sussistenza."
- Drew Hunkins -
Storia del movimento operaio negli Stati Uniti è molto più
di un libro sulla storia del movimento operaio.
È un libro sulle vicende e gli avvenimenti ignorati
dalle istituzioni e dall’istruzione pubblica.
Quest’opera racconta infatti dal basso, dal punto di vista dei lavoratori,
le loro lotte per il riconoscimento dei propri diritti e dignità.
Il testo è scritto in modo così vivido da poter esser letto
come un romanzo piuttosto che come un’opera accademica.
- Robin Brownfield -
Richard Boyer
Richard Boyer (1903-1973), giornalista freelance e scrittore newyorchese, è stato il maggior biografo dell’attivista John Brown, simbolo della causa antischiavista statunitense. Negli anni più cruciali per la storia politica e sindacale nordamericana ha collaborato con il New Yorker e il Daily Worker.
Herbert Morais
Herbert Morais (1905-1970), storico americano specializzato nell’analisi del sindacalismo e delle lotte per l’uguaglianza razziale e la democrazia, è autore di numerose pubblicazioni, tra cui: Deism in Eighteenth Century America (1934), Gene Debs: The Story of a Fighting American (1934), The Struggle for American Freedom (1944), The History of the Afro-American in Medicine (1970).
Mario Maffi
ha insegnato Cultura Anglo-Americana presso l’Università degli Studi di Milano, rivolgendo il proprio studio alle componenti economiche, sociali, politiche e culturali americane nel periodo fra la guerra civile e la Prima guerra mondiale e a problematiche quali la chiusura della Frontiera, la nascita delle metropoli, la trasformazione della cultura popolare in cultura di massa, gli sviluppi delle culture urbane e immigrate, l’affermarsi del modernismo in letteratura, pittura, architettura, fotografia, cinema, e l’interazione di tutti questi elementi nel processo di formazione di un’identità nazionale.Tra le sue numerosissime pubblicazioni: Mississippi. Il grande fiume: un viaggio alle fonti dell’America (Il Saggiatore 2009); Tamigi, storie di fiume (Il Saggiatore 2008); New York, l’isola delle colline (Feltrinelli 2003).
Ha tradotto e curato molte edizioni di scrittori quali Jack London, Upton Sinclair, Robert Louis Stevenson ed Eric Bogosian. Ultimo suo grande successo l’enciclopedia Americana. Storie e culture degli Stati Uniti dalla A alla Z (Il Saggiatore 2012, coautori Cinzia Scarpino, Cinzia Schiavini, Sostene Massimo Zangari).
Per Odoya sono usciti La cultura underground (2009), New York (2010), Londra (2011) e La giungla e il grattacielo (2013).
Valerio Evangelisti
(1952-2022) è stato uno dei più noti scrittori italiani contemporanei di fantascienza e horror, e ha saputo ibridare e rinnovare generi narrativi diversi. È conosciuto soprattutto per il ciclo di romanzi dell’inquisitore Nicolas Eymerich, divenuti bestseller e tradotti in tutto il mondo. Ha scritto anche saggi e romanzi storici. Ha vinto numerosi premi, tra i quali ricordiamo il Premio Urania, il Prix Italia, il Grand Prix de l’Imaginaire e il Premio Italia di fantascienza.Per Odoya ha inoltre pubblicato Storia del Partito Socialista Rivoluzionario (2013) e Il gallo rosso (2015).
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