
volume illustrato
Isbn: 978-88-6288-827-1
Pagine: 148
Formato: copertina flessibile con alette
Misure: 13 x 19
cm
Data di pubblicazione: 24/11/2023
Autore:
Roberta Pedrotti

Se fossi Pavarotti
Roberta Pedrotti
Se fossi Pavarotti
Roberta Pedrotti
sconto
5%
15,20€
16,00€
E SE LUCIANO PAVAROTTI DIVENTASSE UNA FONTE D'ISPIRAZIONE QUOTIDIANA?
Quanto viene abusata la parola icona? Eppure, Luciano Pavarotti lo è diventata: la sua immagine sorridente, in frac, con un grande fazzoletto bianco in mano ha qualcosa di mitico, noto in tutto il mondo, sinonimo per intere generazioni dell’idea di tenore e cantante d’opera.
Divo nel vero senso della parola, di essere umano asceso alle sfere celesti, persona reale e figura impressa nell’immaginario, uomo e maschera teatrale. Poiché le sue ultime volontà furono di essere ricordato come cantante d’opera, lo vediamo ancora anche in alcuni dei personaggi che impersonava e a cui dava un po’ di sé stesso, come Riccardo di Un ballo in maschera, Nemorino dell’Elisir d’amore e Rodolfo della Bohème.
I versi di “Caruso”, canzone di Lucio Dalla dedicata a un altro popolarissimo mito operistico e interpretata anche da Pavarotti, scandiscono il percorso come un inno al teatro, alla musica e alle persone che ne fanno parte.
Come ogni mito, e ogni essere umano, il grande tenore ha ancora molto da insegnarci. Ci chiediamo quindi: cosa farei se fossi Luciano Pavarotti?
Spontaneo, passionale, generoso, giovane ribelle e adulto curioso, Pavarotti ci insegna che quando la propria passione viene coltivata con determinazione, circondandosi di persone degne di fiducia e rispetto, qualunque risultato si ottenga, avremo lasciato qualcosa per cui esser ricordati.
“Maestro, lei quanto ha studiato?”
“Fino a cinque minuti fa”.
– Luciano Pavarotti e Beniamino Gigli
“Io ho aiutato a creare Luciano Pavarotti. Però non potrei costruirne un altro. Ci vuole un Pavarotti, per fare un Pavarotti. E non ce n’è un altro in arrivo”.
– Herbert Breslin
Quanto viene abusata la parola icona? Eppure, Luciano Pavarotti lo è diventata: la sua immagine sorridente, in frac, con un grande fazzoletto bianco in mano ha qualcosa di mitico, noto in tutto il mondo, sinonimo per intere generazioni dell’idea di tenore e cantante d’opera.
Divo nel vero senso della parola, di essere umano asceso alle sfere celesti, persona reale e figura impressa nell’immaginario, uomo e maschera teatrale. Poiché le sue ultime volontà furono di essere ricordato come cantante d’opera, lo vediamo ancora anche in alcuni dei personaggi che impersonava e a cui dava un po’ di sé stesso, come Riccardo di Un ballo in maschera, Nemorino dell’Elisir d’amore e Rodolfo della Bohème.
I versi di “Caruso”, canzone di Lucio Dalla dedicata a un altro popolarissimo mito operistico e interpretata anche da Pavarotti, scandiscono il percorso come un inno al teatro, alla musica e alle persone che ne fanno parte.
Come ogni mito, e ogni essere umano, il grande tenore ha ancora molto da insegnarci. Ci chiediamo quindi: cosa farei se fossi Luciano Pavarotti?
Spontaneo, passionale, generoso, giovane ribelle e adulto curioso, Pavarotti ci insegna che quando la propria passione viene coltivata con determinazione, circondandosi di persone degne di fiducia e rispetto, qualunque risultato si ottenga, avremo lasciato qualcosa per cui esser ricordati.
“Maestro, lei quanto ha studiato?”
“Fino a cinque minuti fa”.
– Luciano Pavarotti e Beniamino Gigli
“Io ho aiutato a creare Luciano Pavarotti. Però non potrei costruirne un altro. Ci vuole un Pavarotti, per fare un Pavarotti. E non ce n’è un altro in arrivo”.
– Herbert Breslin
Roberta Pedrotti
Fondatrice e direttrice della testata online L’ape musicale, si è laureata in drammaturgia musicale all’Università di Bologna. Alla critica musicale e all’attività giornalistica affianca la ricerca musicologica e la divulgazione con saggi per programmi di sala, conferenze, partecipazione a tavole rotonde e convegni. Si impegna, inoltre, nel sostegno dei giovani talenti attraverso concorsi, master, concerti.Per Odoya ha pubblicato Le donne di Gioachino Rossini. Nate per vincere e regnar (2018, volume premiato con la medaglia del Comitato per le celebrazioni dei centocinquant’anni dalla morte del compositore pesarese), Storia dell’opera lirica (2019) e Se fossi Luciano Pavarotti (2023).
Introduzione
L’icona che innamora
Nota biografica
«Spero di essere ricordato come cantante d’opera»
Pavarotti, giovane ribelle
Pavarotti è curioso e si mette in gioco
Pavarotti ha agito con amore
Pavarotti non spreca il suo talento
Pavarotti pensa agli altri
Pavarotti si circonda delle persone giuste
Pavarotti fra maschera e malinconia
Pavarotti lascia una stella
L’icona che innamora
Nota biografica
«Spero di essere ricordato come cantante d’opera»
Pavarotti, giovane ribelle
Pavarotti è curioso e si mette in gioco
Pavarotti ha agito con amore
Pavarotti non spreca il suo talento
Pavarotti pensa agli altri
Pavarotti si circonda delle persone giuste
Pavarotti fra maschera e malinconia
Pavarotti lascia una stella
Altri libri di Roberta Pedrotti
E SE LUCIANO PAVAROTTI DIVENTASSE UNA FONTE D'ISPIRAZIONE QUOTIDIANA?
Quanto viene abusata la parola icona? Eppure, Luciano Pavarotti lo è diventata: la sua immagine sorridente, in frac, con un grande fazzoletto bianco in mano ha qualcosa di mitico, noto in tutto il mondo, sinonimo per intere generazioni dell’idea di tenore e cantante d’opera.
Divo nel vero senso della parola, di essere umano asceso alle sfere celesti, persona reale e figura impressa nell’immaginario, uomo e maschera teatrale. Poiché le sue ultime volontà furono di essere ricordato come cantante d’opera, lo vediamo ancora anche in alcuni dei personaggi che impersonava e a cui dava un po’ di sé stesso, come Riccardo di Un ballo in maschera, Nemorino dell’Elisir d’amore e Rodolfo della Bohème.
I versi di “Caruso”, canzone di Lucio Dalla dedicata a un altro popolarissimo mito operistico e interpretata anche da Pavarotti, scandiscono il percorso come un inno al teatro, alla musica e alle persone che ne fanno parte.
Come ogni mito, e ogni essere umano, il grande tenore ha ancora molto da insegnarci. Ci chiediamo quindi: cosa farei se fossi Luciano Pavarotti?
Spontaneo, passionale, generoso, giovane ribelle e adulto curioso, Pavarotti ci insegna che quando la propria passione viene coltivata con determinazione, circondandosi di persone degne di fiducia e rispetto, qualunque risultato si ottenga, avremo lasciato qualcosa per cui esser ricordati.
“Maestro, lei quanto ha studiato?”
“Fino a cinque minuti fa”.
– Luciano Pavarotti e Beniamino Gigli
“Io ho aiutato a creare Luciano Pavarotti. Però non potrei costruirne un altro. Ci vuole un Pavarotti, per fare un Pavarotti. E non ce n’è un altro in arrivo”.
– Herbert Breslin
Quanto viene abusata la parola icona? Eppure, Luciano Pavarotti lo è diventata: la sua immagine sorridente, in frac, con un grande fazzoletto bianco in mano ha qualcosa di mitico, noto in tutto il mondo, sinonimo per intere generazioni dell’idea di tenore e cantante d’opera.
Divo nel vero senso della parola, di essere umano asceso alle sfere celesti, persona reale e figura impressa nell’immaginario, uomo e maschera teatrale. Poiché le sue ultime volontà furono di essere ricordato come cantante d’opera, lo vediamo ancora anche in alcuni dei personaggi che impersonava e a cui dava un po’ di sé stesso, come Riccardo di Un ballo in maschera, Nemorino dell’Elisir d’amore e Rodolfo della Bohème.
I versi di “Caruso”, canzone di Lucio Dalla dedicata a un altro popolarissimo mito operistico e interpretata anche da Pavarotti, scandiscono il percorso come un inno al teatro, alla musica e alle persone che ne fanno parte.
Come ogni mito, e ogni essere umano, il grande tenore ha ancora molto da insegnarci. Ci chiediamo quindi: cosa farei se fossi Luciano Pavarotti?
Spontaneo, passionale, generoso, giovane ribelle e adulto curioso, Pavarotti ci insegna che quando la propria passione viene coltivata con determinazione, circondandosi di persone degne di fiducia e rispetto, qualunque risultato si ottenga, avremo lasciato qualcosa per cui esser ricordati.
“Maestro, lei quanto ha studiato?”
“Fino a cinque minuti fa”.
– Luciano Pavarotti e Beniamino Gigli
“Io ho aiutato a creare Luciano Pavarotti. Però non potrei costruirne un altro. Ci vuole un Pavarotti, per fare un Pavarotti. E non ce n’è un altro in arrivo”.
– Herbert Breslin
volume illustrato
Isbn: 978-88-6288-827-1
Pagine: 148
Formato: copertina flessibile con alette
Misure: 13 x 19
cm
Data di pubblicazione: 24/11/2023
Autore:
Roberta Pedrotti
Introduzione
L’icona che innamora
Nota biografica
«Spero di essere ricordato come cantante d’opera»
Pavarotti, giovane ribelle
Pavarotti è curioso e si mette in gioco
Pavarotti ha agito con amore
Pavarotti non spreca il suo talento
Pavarotti pensa agli altri
Pavarotti si circonda delle persone giuste
Pavarotti fra maschera e malinconia
Pavarotti lascia una stella
L’icona che innamora
Nota biografica
«Spero di essere ricordato come cantante d’opera»
Pavarotti, giovane ribelle
Pavarotti è curioso e si mette in gioco
Pavarotti ha agito con amore
Pavarotti non spreca il suo talento
Pavarotti pensa agli altri
Pavarotti si circonda delle persone giuste
Pavarotti fra maschera e malinconia
Pavarotti lascia una stella
Roberta Pedrotti
Fondatrice e direttrice della testata online L’ape musicale, si è laureata in drammaturgia musicale all’Università di Bologna. Alla critica musicale e all’attività giornalistica affianca la ricerca musicologica e la divulgazione con saggi per programmi di sala, conferenze, partecipazione a tavole rotonde e convegni. Si impegna, inoltre, nel sostegno dei giovani talenti attraverso concorsi, master, concerti.Per Odoya ha pubblicato Le donne di Gioachino Rossini. Nate per vincere e regnar (2018, volume premiato con la medaglia del Comitato per le celebrazioni dei centocinquant’anni dalla morte del compositore pesarese), Storia dell’opera lirica (2019) e Se fossi Luciano Pavarotti (2023).
Libri suggeriti
CASA EDITRICE ODOYA
-
Sede Legale
- Via Carlo Marx 21, 06012 - Città di Castello (PG)
- Tel +39 075.3758159 - Fax +39 075.8511753
- P. Iva 02774391201 - Scrivi una mail
-
Sede Operativa
- Via Pietro Mengoli 4, 40138 - Bologna (BO)
- Tel. +39 051.4853205
