

Renée Vivien
La Saffo della Belle Époque
Teresa Campi
Renée Vivien
La Saffo della Belle Époque
Teresa Campi
Il suo nome era Pauline Mary Tarn (1877-1909), meglio conosciuta come Renée Vivien, una “figlia di Baudelaire”, come fu definita, che mise fine alla sua vita troppo presto, a soli trentadue anni.
Riportata in auge dal femminismo degli anni Settanta come una pioniera del canto lesbico, è ora considerata una delle voci più autorevoli del simbolismo francese. Al di là di ogni vivisezione psicoanalitica, che la tratteggia come anoressica, masochista, amante della Morte a discapito della Vita, la provocazione di Renée Vivien ha ancora molto da dire a favore del canto poetico inteso come “panico del suono”.
Teresa Campi, la prima studiosa italiana di Renée Vivien, restituisce finalmente un ritratto sincero di questa straordinaria donna presentandola non più come una figura misteriosa e “depravata” ma anzi come un personaggio appassionato, sullo sfondo dell’atmosfera dorata dei salotti e cenacoli delle jeunes filles de la Societé Future tra cui spiccava l’americana Natalie Clifford Barney, ricca e spavalda amante di Renée.
Il loro legame, tanto sulfureo quanto doloroso, divenne il perno centrale dei delicatissimi e mistici versi della poetessa. Eccentrica e scandalosa, ma anche colta e raffinata, la “Musa delle violette” ci ha lasciato parole appassionate e tempestose, che continuano a risuonare nel tempo.
“Mi hanno segnata a dito con un gesto stizzito perché il mio sguardo ti cercava teneramente, e vedendoci passare nessuno ha capito che io ti avevo scelta semplicemente. Osserva la vile legge che io trasgredisco e giudica il mio amore, che non conosce il male”.
– Renée Vivien
“Ciò che è turpe, ingiusto, feroce e vile è emanazione del Principio maschile. Ciò che è dolorosamente bello e desiderabile emana dal Principio femminile. I due Princìpi sono egualmente potenti e si odiano inestinguibilmente. Uno finirà per sterminare l’altro, ma quale prevarrà? Quest’enigma è la perpetua angoscia delle anime”.
– Renée Vivien
Teresa Campi
Nata a Terracina, è romana di adozione. Ha studiato all’Università La Sapienza di Roma: suoi maestri Elémire Zolla ed Elio Chinol. Ha conseguito un master in Educazione alla Pace e svolto corsi in nome del World Compassion for Children International sui diritti umani, fondato dal premio Nobel Betty Williams.
Ha esordito come giornalista ai culturali di Paese Sera e ha pubblicato Il canzoniere di Isabella Morra (Bibliofilo, 1980); Cenere e polvere (Savelli, 1981); Le ore casalinghe (Il Bagatto, 1982); Sul ritmo saffico (Bulzoni, 1983); Il sangue e l’oblio (Edizioni del Girasole, 1996); Le cucine desolate (Manni, 1999); Storia elementare (Manni, 2006); D’Amore e morte. Byron, Shelley e Keats a Roma (Albeggi, 2016). Ha tradotto opere di Renée Vivien, Pétrus Borel, Pierre Louÿs e il carteggio di P.B. Shelley: Morire in Italia (Archinto, 1986).
Un giorno d’inverno in rue Jacob…
Introduzione
Capitolo 1
Una figlia della luna
Capitolo 2
Genitori e infanzia a Parigi
Capitolo 3
Il ritorno nella città nera
Capitolo 4
Violet e l’amore senza confini
Capitolo 5
La vita interiore
Capitolo 6
Pauline e il disamore materno
Capitolo 7
La Ville Spectacle
Capitolo 8
La divina e il paggio
Capitolo 9
L’idillio
Capitolo 10
Famiglie quasi perfette
Capitolo 11
Vita parigina e doveri familiari
Capitolo 12
Viaggio negli Stati Uniti
Capitolo 13
Scandalo!
Capitolo 14
Debutto letterario e morte di Violet
Capitolo 15
La vendetta di Dalila
Capitolo 16
Odi et amo
Capitolo 17
Fra le braccia di un altro amore
Capitolo 18
Tentativi di riconquista
Capitolo 19
Una famiglia sui generis
Capitolo 20
L’eredità di Saffo
Capitolo 21
La musica inebriante
Capitolo 22
Il tempo dell’imperfetto
Capitolo 23
Dopo la semina il raccolto
Capitolo 24
Il primo addio
Capitolo 25
Donna m’apparve…
Capitolo 26
Pellegrinaggio a Mitilene
Capitolo 27
Passione e dannazione
Capitolo 28
Claudine a cena da Renée
Capitolo 29
L’ultima ballata
Capitolo 30
Fantasmi lunari
Capitolo 31
Il proletariato dell’amore
Capitolo 32
Qualche mese dopo e oltre…
Appendice
L’impalcatura alessandrina
Note
Opere di Renée Vivien
Bibliografia dal 1980
Ringraziamenti
Altri libri di Teresa Campi
Il suo nome era Pauline Mary Tarn (1877-1909), meglio conosciuta come Renée Vivien, una “figlia di Baudelaire”, come fu definita, che mise fine alla sua vita troppo presto, a soli trentadue anni.
Riportata in auge dal femminismo degli anni Settanta come una pioniera del canto lesbico, è ora considerata una delle voci più autorevoli del simbolismo francese. Al di là di ogni vivisezione psicoanalitica, che la tratteggia come anoressica, masochista, amante della Morte a discapito della Vita, la provocazione di Renée Vivien ha ancora molto da dire a favore del canto poetico inteso come “panico del suono”.
Teresa Campi, la prima studiosa italiana di Renée Vivien, restituisce finalmente un ritratto sincero di questa straordinaria donna presentandola non più come una figura misteriosa e “depravata” ma anzi come un personaggio appassionato, sullo sfondo dell’atmosfera dorata dei salotti e cenacoli delle jeunes filles de la Societé Future tra cui spiccava l’americana Natalie Clifford Barney, ricca e spavalda amante di Renée.
Il loro legame, tanto sulfureo quanto doloroso, divenne il perno centrale dei delicatissimi e mistici versi della poetessa. Eccentrica e scandalosa, ma anche colta e raffinata, la “Musa delle violette” ci ha lasciato parole appassionate e tempestose, che continuano a risuonare nel tempo.
“Mi hanno segnata a dito con un gesto stizzito perché il mio sguardo ti cercava teneramente, e vedendoci passare nessuno ha capito che io ti avevo scelta semplicemente. Osserva la vile legge che io trasgredisco e giudica il mio amore, che non conosce il male”.
– Renée Vivien
“Ciò che è turpe, ingiusto, feroce e vile è emanazione del Principio maschile. Ciò che è dolorosamente bello e desiderabile emana dal Principio femminile. I due Princìpi sono egualmente potenti e si odiano inestinguibilmente. Uno finirà per sterminare l’altro, ma quale prevarrà? Quest’enigma è la perpetua angoscia delle anime”.
– Renée Vivien
Un giorno d’inverno in rue Jacob…
Introduzione
Capitolo 1
Una figlia della luna
Capitolo 2
Genitori e infanzia a Parigi
Capitolo 3
Il ritorno nella città nera
Capitolo 4
Violet e l’amore senza confini
Capitolo 5
La vita interiore
Capitolo 6
Pauline e il disamore materno
Capitolo 7
La Ville Spectacle
Capitolo 8
La divina e il paggio
Capitolo 9
L’idillio
Capitolo 10
Famiglie quasi perfette
Capitolo 11
Vita parigina e doveri familiari
Capitolo 12
Viaggio negli Stati Uniti
Capitolo 13
Scandalo!
Capitolo 14
Debutto letterario e morte di Violet
Capitolo 15
La vendetta di Dalila
Capitolo 16
Odi et amo
Capitolo 17
Fra le braccia di un altro amore
Capitolo 18
Tentativi di riconquista
Capitolo 19
Una famiglia sui generis
Capitolo 20
L’eredità di Saffo
Capitolo 21
La musica inebriante
Capitolo 22
Il tempo dell’imperfetto
Capitolo 23
Dopo la semina il raccolto
Capitolo 24
Il primo addio
Capitolo 25
Donna m’apparve…
Capitolo 26
Pellegrinaggio a Mitilene
Capitolo 27
Passione e dannazione
Capitolo 28
Claudine a cena da Renée
Capitolo 29
L’ultima ballata
Capitolo 30
Fantasmi lunari
Capitolo 31
Il proletariato dell’amore
Capitolo 32
Qualche mese dopo e oltre…
Appendice
L’impalcatura alessandrina
Note
Opere di Renée Vivien
Bibliografia dal 1980
Ringraziamenti
Teresa Campi
Nata a Terracina, è romana di adozione. Ha studiato all’Università La Sapienza di Roma: suoi maestri Elémire Zolla ed Elio Chinol. Ha conseguito un master in Educazione alla Pace e svolto corsi in nome del World Compassion for Children International sui diritti umani, fondato dal premio Nobel Betty Williams.
Ha esordito come giornalista ai culturali di Paese Sera e ha pubblicato Il canzoniere di Isabella Morra (Bibliofilo, 1980); Cenere e polvere (Savelli, 1981); Le ore casalinghe (Il Bagatto, 1982); Sul ritmo saffico (Bulzoni, 1983); Il sangue e l’oblio (Edizioni del Girasole, 1996); Le cucine desolate (Manni, 1999); Storia elementare (Manni, 2006); D’Amore e morte. Byron, Shelley e Keats a Roma (Albeggi, 2016). Ha tradotto opere di Renée Vivien, Pétrus Borel, Pierre Louÿs e il carteggio di P.B. Shelley: Morire in Italia (Archinto, 1986).
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