
Collana: OL - Odoya Library
Numero di collana: 105
Isbn: 978-88-6288-178-4
Pagine: 208
Formato: copertina flessibile con alette
Misure: 15.5 x 21
cm
Data di pubblicazione: 2013
Autore:
Jean-Yves Le Naour
Traduzione:
Marco Pegoraro

Il furto della Gioconda
Jean-Yves Le Naour
Il furto della Gioconda
Jean-Yves Le Naour
sconto
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15,00€
Con grande qualità narrativa e attingendo a una vasta e ricca documentazione (archivi storici, stampa dell’epoca), Le Naour ricostruisce le vicende legate al celebre furto della Gioconda dal Museo del Louvre, che all’inizio del XX secolo tenne in scacco le autorità francesi per oltre due anni.
Il 21 agosto 1911, poco dopo le sette del mattino, un uomo riesce a intrufolarsi nel Museo del Louvre e a rubare la tela di Leonardo Da Vinci: la stacca dal muro, la estrae dalla cornice e se la nasconde sotto la blusa, prima di uscire indisturbato.
Il furto suscita un enorme scandalo (com’è possibile che il più importante museo di Francia sia così accessibile?) e uno shock nell’opinione pubblica francese. Monna Lisa finisce per diventare un cavallo di battaglia nella lotta politica dell’epoca, alimentando i sentimenti più vari: critica dello Stato da una parte, nazionalismo e intolleranza xenofoba dall’altra.
La polizia segue le piste più assurde – compresa l’implicazione di Apollinaire e Picasso! – fino al ritrovamento del quadro, nel dicembre 1913, a Firenze. Si scopre allora che a sottrarlo era stato un ex impiegato del Louvre, Vincenzo Peruggia, emigrante italiano convinto che il dipinto appartenesse di diritto al proprio Paese.
La storia tumultuosa del quadro, lo scandalo intorno alla sua scomparsa e al suo ritrovamento contribuirono a rendere popolare l’immagine della Gioconda in Francia (prima del furto, la grande maggioranza dei francesi ne ignorava l’esistenza) e nel mondo intero, facendone una star mondiale.
Con un'Appendice dedicata ai più clamorosi furti di opere d'arte del XX secolo.
Il 21 agosto 1911, poco dopo le sette del mattino, un uomo riesce a intrufolarsi nel Museo del Louvre e a rubare la tela di Leonardo Da Vinci: la stacca dal muro, la estrae dalla cornice e se la nasconde sotto la blusa, prima di uscire indisturbato.
Il furto suscita un enorme scandalo (com’è possibile che il più importante museo di Francia sia così accessibile?) e uno shock nell’opinione pubblica francese. Monna Lisa finisce per diventare un cavallo di battaglia nella lotta politica dell’epoca, alimentando i sentimenti più vari: critica dello Stato da una parte, nazionalismo e intolleranza xenofoba dall’altra.
La polizia segue le piste più assurde – compresa l’implicazione di Apollinaire e Picasso! – fino al ritrovamento del quadro, nel dicembre 1913, a Firenze. Si scopre allora che a sottrarlo era stato un ex impiegato del Louvre, Vincenzo Peruggia, emigrante italiano convinto che il dipinto appartenesse di diritto al proprio Paese.
La storia tumultuosa del quadro, lo scandalo intorno alla sua scomparsa e al suo ritrovamento contribuirono a rendere popolare l’immagine della Gioconda in Francia (prima del furto, la grande maggioranza dei francesi ne ignorava l’esistenza) e nel mondo intero, facendone una star mondiale.
Con un'Appendice dedicata ai più clamorosi furti di opere d'arte del XX secolo.
"Voi ritornate al domicilio nazionale agghindata di un supplemento di celebrità
che una pubblicità colossale ha aggiunto alla vostra consacrata magnificenza
e conoscerete la gloria di essere il capolavoro protagonista di romanzi d’appendice!
Sarete d’ora innanzi non solo un bel dipinto, ma anche un oggetto di curiosità cordiale [...].
Quale valore esatto possiede a oggi il vostro sorriso!
Quale significato preciso e spirituale assume dopo una storia simile!"
– «Lettera alla Gioconda», Le Figaro, 5 gennaio 1914 –
che una pubblicità colossale ha aggiunto alla vostra consacrata magnificenza
e conoscerete la gloria di essere il capolavoro protagonista di romanzi d’appendice!
Sarete d’ora innanzi non solo un bel dipinto, ma anche un oggetto di curiosità cordiale [...].
Quale valore esatto possiede a oggi il vostro sorriso!
Quale significato preciso e spirituale assume dopo una storia simile!"
– «Lettera alla Gioconda», Le Figaro, 5 gennaio 1914 –
Jean-Yves Le Naour
Jean-Yves Le Naour, storico francese nato nel 1972, è specialista della Prima guerra mondiale e del primo dopoguerra. Dirige la collana “L’Histoire comme un roman” pubblicata da Larousse. È autore di numerosi libri, tra cui Le Soldat inconnu vivant (Hachette Littérature, 2002), tradotto in inglese, svedese e coreano, e dal quale è stato tratto un documentario televisivo. Un adattamento in forma di fumetto tratto da Il furto della Gioconda, di cui lo stesso Le Naour è coautore, è recentemente apparso in Francia.
Nessun sommario presente.
Con grande qualità narrativa e attingendo a una vasta e ricca documentazione (archivi storici, stampa dell’epoca), Le Naour ricostruisce le vicende legate al celebre furto della Gioconda dal Museo del Louvre, che all’inizio del XX secolo tenne in scacco le autorità francesi per oltre due anni.
Il 21 agosto 1911, poco dopo le sette del mattino, un uomo riesce a intrufolarsi nel Museo del Louvre e a rubare la tela di Leonardo Da Vinci: la stacca dal muro, la estrae dalla cornice e se la nasconde sotto la blusa, prima di uscire indisturbato.
Il furto suscita un enorme scandalo (com’è possibile che il più importante museo di Francia sia così accessibile?) e uno shock nell’opinione pubblica francese. Monna Lisa finisce per diventare un cavallo di battaglia nella lotta politica dell’epoca, alimentando i sentimenti più vari: critica dello Stato da una parte, nazionalismo e intolleranza xenofoba dall’altra.
La polizia segue le piste più assurde – compresa l’implicazione di Apollinaire e Picasso! – fino al ritrovamento del quadro, nel dicembre 1913, a Firenze. Si scopre allora che a sottrarlo era stato un ex impiegato del Louvre, Vincenzo Peruggia, emigrante italiano convinto che il dipinto appartenesse di diritto al proprio Paese.
La storia tumultuosa del quadro, lo scandalo intorno alla sua scomparsa e al suo ritrovamento contribuirono a rendere popolare l’immagine della Gioconda in Francia (prima del furto, la grande maggioranza dei francesi ne ignorava l’esistenza) e nel mondo intero, facendone una star mondiale.
Con un'Appendice dedicata ai più clamorosi furti di opere d'arte del XX secolo.
Il 21 agosto 1911, poco dopo le sette del mattino, un uomo riesce a intrufolarsi nel Museo del Louvre e a rubare la tela di Leonardo Da Vinci: la stacca dal muro, la estrae dalla cornice e se la nasconde sotto la blusa, prima di uscire indisturbato.
Il furto suscita un enorme scandalo (com’è possibile che il più importante museo di Francia sia così accessibile?) e uno shock nell’opinione pubblica francese. Monna Lisa finisce per diventare un cavallo di battaglia nella lotta politica dell’epoca, alimentando i sentimenti più vari: critica dello Stato da una parte, nazionalismo e intolleranza xenofoba dall’altra.
La polizia segue le piste più assurde – compresa l’implicazione di Apollinaire e Picasso! – fino al ritrovamento del quadro, nel dicembre 1913, a Firenze. Si scopre allora che a sottrarlo era stato un ex impiegato del Louvre, Vincenzo Peruggia, emigrante italiano convinto che il dipinto appartenesse di diritto al proprio Paese.
La storia tumultuosa del quadro, lo scandalo intorno alla sua scomparsa e al suo ritrovamento contribuirono a rendere popolare l’immagine della Gioconda in Francia (prima del furto, la grande maggioranza dei francesi ne ignorava l’esistenza) e nel mondo intero, facendone una star mondiale.
Con un'Appendice dedicata ai più clamorosi furti di opere d'arte del XX secolo.
"Voi ritornate al domicilio nazionale agghindata di un supplemento di celebrità
che una pubblicità colossale ha aggiunto alla vostra consacrata magnificenza
e conoscerete la gloria di essere il capolavoro protagonista di romanzi d’appendice!
Sarete d’ora innanzi non solo un bel dipinto, ma anche un oggetto di curiosità cordiale [...].
Quale valore esatto possiede a oggi il vostro sorriso!
Quale significato preciso e spirituale assume dopo una storia simile!"
– «Lettera alla Gioconda», Le Figaro, 5 gennaio 1914 –
che una pubblicità colossale ha aggiunto alla vostra consacrata magnificenza
e conoscerete la gloria di essere il capolavoro protagonista di romanzi d’appendice!
Sarete d’ora innanzi non solo un bel dipinto, ma anche un oggetto di curiosità cordiale [...].
Quale valore esatto possiede a oggi il vostro sorriso!
Quale significato preciso e spirituale assume dopo una storia simile!"
– «Lettera alla Gioconda», Le Figaro, 5 gennaio 1914 –
Collana: OL - Odoya Library
Numero di collana: 105
Isbn: 978-88-6288-178-4
Pagine: 208
Formato: copertina flessibile con alette
Misure: 15.5 x 21
cm
Data di pubblicazione: 2013
Autore:
Jean-Yves Le Naour
Traduzione:
Marco Pegoraro
Nessun sommario presente.
Jean-Yves Le Naour
Jean-Yves Le Naour, storico francese nato nel 1972, è specialista della Prima guerra mondiale e del primo dopoguerra. Dirige la collana “L’Histoire comme un roman” pubblicata da Larousse. È autore di numerosi libri, tra cui Le Soldat inconnu vivant (Hachette Littérature, 2002), tradotto in inglese, svedese e coreano, e dal quale è stato tratto un documentario televisivo. Un adattamento in forma di fumetto tratto da Il furto della Gioconda, di cui lo stesso Le Naour è coautore, è recentemente apparso in Francia.
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